Complici forse il maltempo e l’estate, il Duomo era semideserto. Nella navata centrale erano presenti circa 200 persone. A sinistra le istituzioni (tra cui sindaco, prefetto, vicequestore e comandante provinciale dei carabinieri), a destra i familiari. Davanti le bare color noce, adornate da corone di fiori. il silenzio scandito dal rimbombo del diluvio sulle guglie.
Morire soli, il timore c’era. Per questo, oltre al lutto cittadino, giovedì il Comune di Milano aveva sottolineato in una nota che le esequie sarebbero state aperte alla cittadinanza, per fare in modo che ci fosse una partecipazione più ampia possibile. E invece quel «dimenticati e abbandonati» pronunciato dal sindaco Beppe Sala sul sagrato della chiesa sa di delusione.
«Questa è la dimostrazione della solitudine degli anziani nelle nostre Rsa — ha commentato il sindaco Giuseppe Sala —. Spesso sono dimenticati, l’ha ricordato anche l’arcivescovo Mario Delpini nell’omelia. Era importante che ci fossimo almeno noi istituzioni. Dobbiamo farcene carico, ma emerge cosa sia diventata la società». Quindi, adesso, l’invito è a «fare volontariato e ad aiutare». Alla funzione erano presenti anche i vertici della Cooperativa che ha in gestione la struttura per conto del Comune, e alcune rappresentanze dei dipendenti. Il sindaco ha accompagnato le bare all’uscita del Duomo poco dopo il monito dell’arcivescovo Delpini: «Non si può essere solo il fascicolo di una pratica».
Ancora molti, invece, i punti di domanda. Al momento sono sei gli indagati per omicidio e incendio colposo, oltre alla Cooperativa per responsabilità amministrativa degli enti. Lunedì ci sarà un nuovo accesso alla struttura e sarà conferito l’incarico per una maxi consulenza.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)