«Quando entriamo nelle case di riposo c’è sempre silenzio. Basta che un ospite veda uno dei cani che tutti improvvisamente tornano vispi». A dirlo è l'educatrice Antonia Tarantini che insieme al veterinario Mauro Ferri e alla psicoterapeuta Valeria Benenti tutti dell'associazione Aslan sta promuovendo la pet therapy in cinque case di riposo torinesi, con il sostegno finanziario della Fondazione Specchio dei Tempi Onlus del quotidiano la Stampa. «I benefici della pet therapy per anziani passano attraverso il tatto, il gioco e la socialità. Accarezzare un cane rilassa, rompe il silenzio e allontana i pensieri negativi. Il divertimento produce benefici psicosomatici e l’interazione è occasione anche di confronto e solidarietà con gli altri. Siamo stati accolti benissimo, e cosa che non si aspettavano dalle case di riposo è che da questa esperienza trovano beneficio anche gli operatori socio-sanitari». Basta poco: «Una carezza, una pallina. Gli animali sono in grado di abbattere barriere meglio di ogni uomo. È un loro pregio innato, che non c’entra con la razza o con l’indole: nessuno può insegnarglielo». «C’è molta empatia, che risveglia nell’anziano anche voglia di autonomia. Infatti ogni settimana diamo dei piccoli compiti, come preparare le ciotole con l’acqua, spazzolare il pelo, pulire le zampe. È un appuntamento molto atteso: dà benefici anche sui malati di Alzheimer e su chi è stato colpito da ictus. È tutto questo a darci la motivazione per andare avanti nel progetto, continuando a regalare sorrisi».
(Sintesi redatta da: Laura Rondini)