A maggio 2017, decollerà verso la Stazione Spaziale Internazionale anche un progetto di ricerca per scoprire gli effetti della micro-gravità sulle cellule del sangue, con l’obiettivo di trovare nuove armi contro l’indebolimento dello scheletro che colpisce gli astronauti ma che è simile anche alla comune osteoporosi. Lo ha annunciato l’università Campus Biomedico di Roma, capofila del progetto.
Scopo primario dell’esperimento è capire se è possibile stimolare le staminali del sangue per farle trasformare in osteociti, precursori delle cellule ossee. Se tutto funzionerà, diventerà possibile ripristinare la corretta densità ossea umana non più grazie a una terapia o a una medicina.
La microgravità verrà usata anche per studiare i processi alla base dell’osteoporosi, che in queste condizioni sono accelerati. «Se capiamo quello che succede lassù - sottolinea Mauro Maccarrone, Ordinario di Biochimica dell’università Campus Biomedico di Roma- avremo un nuovo e importante strumento da usare a livello preventivo per le patologie proprie dell’invecchiamento. In questo esperimento spaziale, in particolare, punteremo su un "pacchetto" di segnali nuovo, mai studiato da nessuno».
(Fonte: tratto dall'articolo)