Storie di tutti, in cui spiccano personaggi femminili su uno sfondo spesso anonimo. Donne che assumono ruoli inaspettati, che trovano nuove strade casualmente, che si trasformano da perdenti senza futuro in persone appagate, come la Johanna del primo racconto, che dà anche il titolo alla raccolta, Nemico, amico, amante..., di cui seguiamo tutta la trasformazione psicologica e che con soddisfazione scopriamo alla fine della storia capace di prendere in mano le redini della propria esistenza, a dispetto di un crudele scherzo fattole da due ragazzine superficiali. Donne fallimentari, giunte al termine della propria avventura, come Fiona, protagonista di The Bear came over the Mountain, malata di Alzheimer, che si perde tra fantasia e realtà, ma noi non comprendiamo bene fino a che punto. La Munro non si sbilancia, qui come negli altri otto racconti che compongono il libro (il decimo di questo genere scritto dall'autrice dell'Ontario), non parteggia, non partecipa emotivamente. Fotografa una situazione, la ritrae con obiettività e ce la ripropone "asetticamente" e magistralmente. Gioca con i tempi e con i personaggi, con l'esperienza femminile di grandi metamorfosi interiori, con l'età, senza paura di scavare nell'esperienza della vecchiaia, della malattia e della morte, come in Quello che si ricorda, altro magistrale affresco, semplice e lineare ma quanto mai tagliente. Molto più di qualsiasi autore che voglia stupire o impressionare, la scrittura leggera, armoniosa di Alice Munro arriva al cuore dei problemi e ci ferisce, lasciandoci però sempre una via d'uscita.
(Fonte: Anziani e letteratura, a cura di P. Mazza, Centro documentazione sociale (CDS), Bellinzona)