Secondo innumerevoli studi camminare aiuta a migliorare le prestazioni del cervello, e a tenere lontano il declino cognitivo. Ma lo studio Life (Lifestyle interventions and independence for elders ), pubblicato sulla rivista scientifica JAMA e realizzato per due anni su oltre 1.600 ultrasettantenni, indica che un programma di attività fisica a base di cammino ed esercizi per la flessibilità e il rafforzamento muscolare non modifica le performance intellettuali. Gli over 80, e chi aveva maggiori difficoltà cognitive hanno registrato lievi miglioramenti e comunque nessuno ha peggiorato le prestazioni mentali. Secondo il neurologo Gioacchino Tedeschi, direttore del Dipartimento assistenziale di medicina polispecialistica della II Università di Napoli la situazione è complessa e rileva come questo studio si inserisca in una serie di indagini che vanno in senso opposto come lo studio Finger, pubblicato su Lancet, che ha separato gli effetti di dieta, training cognitivo ed esercizio e ha mostrato un effetto protettivo evidente sul cervello da parte della sola attività fisica. Quindi di certo non si sbaglia quando si consiglia di camminare agli anziani. Camminare ottimizza l’ossigenazione cerebrale in aree connesse alla memoria e ci sono prove che depongono a favore di un miglior “dialogo” fra nervi e muscoli in chi regolarmente compie questo tipo di esercizio aerobico. Inoltre riduce fattori di rischio correlati a un maggior rischio di demenza come ipertensione e ipercolesterolemia, ed è uno dei tanti modi per non spegnere il cervello, ed ovviare quindi al più potente fattore di rischio per la demenza».
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)