I dati relativi alle cure e al trattamento dei pazienti con fragilità ossea da parte dei sistemi sanitari regionali mostrano che in Italia appena il 20% dei pazienti con fratture viene sottoposto a una terapia anti-osteoporosi, mentre il restante 80% non riceve trattamenti. A ciò si aggiunge il fatto che l'emergenza Covid ha limitato fortemente l'attività motoria così come molti controlli ed esami legati alla prevenzione. Produrre dati aggiornati è il principale obiettivo del monitoraggio di Cittadinanzattiva, che coinvolgerà referenti amministrativi e medici specialisti di 12 regioni: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Sardegna, Toscana, Veneto.
Secondo l'associazione durante la pandemia la prevenzione e la riabilitazione sono state interrotte per settimane o mesi con il rischio di aggravare la situazione di molti pazienti che sono andati incontro a fratture. Molti reparti di ortopedia e di riabilitazione sono stati chiusi sia per dare spazio ai malati di Covid sia per garantire le misure di prevenzione. L’appello è di tornare alle cure appropriate perché i pazienti possano ricevere i trattamenti adeguati.
"L'assenza di linee guida ministeriali a tutela dei pazienti con fragilità ossea - dichiara la senatrice Maria Rizzotti, che presiede l'intergruppo parlamentare sulle fratture da fragilità - è un gap da colmare con urgenza. Al Senato ho presentato una mozione che impegna il governo, anche attraverso il PNRR, a considerare le necessità di questi pazienti, attraverso l'implementazione di nuovi modelli di presa in carico in grado di prevenire e curare le fratture da fragilità".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)