Le famiglie che assumeranno un collaboratore domestico segnalato dai Centri per l'impiego, non godranno delle generose decontribuzioni riconosciute invece alle imprese, ma avranno come sgravio contributivo, un importo pari alla metà della differenza tra l'importo corrispondente a 18 mensilità di reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. La restante metà dell'ammontare è riconosciuta all'ente accreditato, sempre sotto forma di sgravio contributivo, che ha garantito al lavoratore assunto un percorso formativo o di riqualificazione professionale. Ciò potrebbe rinforzare il fenomeno del lavoro in nero che già in questo settore è molto grande. Per questo Domina, l'Associazione nazionale che rappresenta le famiglie datori di lavoro domestico, sta chiedendo di cambiare la norma.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)