Chiudere gli anziani in casa per lasciare gli altri liberi di vivere la vita "normale" con tutte le attività aperte.
L'ipotesi è arrivata sulle prime pagine dei giornali grazie a una studio dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, al quale si è aggiunta un’ipotesi simile, elaborata su 'lavoce.info' da tre studiosi: Favero, Ichino e Rustichini. I tre ricercatori sono ancora più drastici e propongono orari dedicati per gli accessi ai negozi per chi ha più di 50 anni, niente pranzi in famiglia e qualsiasi forma di contatto tra generazioni. Addirittura voucher per i giovani al ristorante per evitare di farli incontrare con gli over.
In pratica, l'eliminazione di tutte le persone potenzialmente fragili per potersi muovere in piene libertà. Le nuove generazioni in effetti sono cresciute nella cultura dei diritti individuali, con l’illusione che il nostro stile di vita sarebbe durato per sempre. Per questo le restrizioni sono sembrate un sacrificio insopportabile. Spiega Il sociologo Luca Ricolfi «La nostra è una società moderna, che della società moderna possiede il tratto fondamentale: la divinizzazione dell’individuo e dei suoi diritti. l rispetto dell’autorità e la capacità di affrontare rinunce sono tratti normali, se non costitutivi, delle società tradizionali, ma sono merce rarissima nelle società moderne».
Il secondo lockdown, che segue un'estate in cui sono passati messaggi sbagliati della fine della paura, è più insopportabile del primo. A ciò vanno aggiunti il coro di opinionisti che sottolinea come siano i giovani i più colpiti dalle misure di contenimento sociale. Ma è sbagliato far credere ai giovani che la vita non richieda sacrifici e rinunce e che la felicità può derivare anche da queste, se si fanno in nome della solidarietà e del bene comune. Non si può condannare alla solitudine la fascia più fragile, per continuare a fare la vita di prima della pandemia. Bisogna invece riscoprire la cura della fragilità, la difesa della vita facendo scelte concrete, di vera solidarietà.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)