La lettera aperta inviata dalla Presidente del Coordinamento Famiglie Disabili al Presidente della Repubblica conclude con una provocatoria affermazione “Noi caregiver familiari siamo spesso rinchiusi, insieme a coloro di cui ci prendiamo cura, nelle nostre case, in una condizione di “arresti domiciliari”, pur senza avere commesso alcun reato».
Questa condizione secondo l’autrice della lettera rende i caregiver familiari “invisibili tra gli invisibili”, poiché nel nostro Paese non è nemmeno previsto l’accesso ai diritti umani fondamentali, come il riposo, la salute, la vita sociale. L’indisponibilità economica porta a preferire l’investimento nell’allontanamento e nel ricovero coatto delle persone alle quali dovrebbe invece essere garantito il totale rispetto al loro diritto d’inclusione.
In tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea, con l’esclusione della sola Italia, anche in quelli che vivono una situazione economica pesantissima, la figura del caregiver familiare viene affiancata e sostenuta con leggi specifiche
Lo scritto prosegue sottolineando le conseguenze dovute allo stress delle caregiver, di coloro che sono stati costretti ad abbandonare il loro lavoro per garantire il sostegno assistenziale indispensabile alla sopravvivenza del loro familiare, dei sussidi minimi e insufficienti per far fronte alle gravose necessità.
La lettera conclude invitando il Presidente a prendere in considerazione la situazione di disagio di una categoria che si sente agli arresti domiciliari senza aver compiuto alcun reato; pertanto chiede di poter accedere all’Istituto della Grazia, che solo il Presidente della Repubblica nel nostro Paese può concedere. (Fonte: www.fondazioneleonardo.it) (Sintesi redatta da: Anna Maria Melloni)