Fra meno di venti giorni, come da ordinanza del Comune di Pistoia, la casa di riposo abusiva in zona Sant’Agostino dovrà chiudere, e la badante che la coordina, indagata per abbandono di persone incapaci ed esercizio abusivo della professione infermieristica, dovrà cessare la sua attività. Ma i due legali che seguono la vicenda, la prima del genere a Pistoia, danno una versione diversa. L’origine di questa esperienza la spiega uno degli inquilini Enrico Biancalani, 83 anni, che da molti anni assiste la moglie malata d’Alzheimer.
«Abitiano qui, in un appartamento di questa palazzina, pago l’affitto e sono l’amministratore di sostegno di mia moglie. E’ un condominio di anziani autogestiti, con spese comuni. I nostri medici vengono qui, a visitarci e ognuno ha le sue medicine. Abbiamo tutto, non ci manca niente. Altrimenti sarebbe molto più costoso e saremmo lontani dalle nostre famiglie. E non siamo mai soli, le badanti sono sempre qui. Sono pronto a scendere in strada il 27, quando ci faranno chiudere». Dice la badante indagata: «Noi vogliamo essere solo quello che le famiglie desiderano. Un posto sereno dove vivere. Qui mi hanno pensato come organizzatrice, ma sono solo un capo condominio e ho una quota d’affitto. Qui ho assistito i miei genitori. Per me è una missione».
(Sintesi redatta da: Silvana Agostini)