Quartiere Pertini, 4.500 abitanti, tra i più popolati di Mestre. Siamo stati convocati da una quindicina di anziani arrabbiati. Distanze rispettate, mascherine, niente strette di mano. «Vi abbiamo chiamato perché abbiamo un problema: i servizi sono solo digitali e noi non sappiamo come fare». Eccolo, il digital divide di casa nostra. I nonni raccontano. «Il medico di base chi lo vede da mesi? Chiede la mail per avere una ricetta. Dal prossimo mese di giugno l’Inps ai pensionati impone l’uso dello Spid. Cosa è? Se devi fare l’Isee devi mandare mail. Per parlare con l’Ater ti invitano a mandare mail. Per chiedere i buoni spesa al Comune occorre un computer. Ma chi lo ha? Non abbiamo manco telefonini moderni». La lamentela è collettiva: «Siamo tagliati fuori». Ben venga l’innovazione, ma con la scusa della pandemia, dicono, i servizi si sono allontanati dal contatto diretto con i cittadini. In questo quartiere nato a metà anni Ottanta, il 40% dei residenti è anziano e rischiano l’esclusione dai servizi se non hanno figli e nipoti che li aiutano. Nella sede dell'Auser, volontari del progetto Ria cercano di aiutare: raccolti una decina di vecchi computer in una saletta disponibile, si cerca di creare uno sportello informatico di base, insegnare agli anziani ad usare il pc e fare pratiche per chi non ce la fa. Di spazi così ce ne vorrebbero in ogni quartiere. Ma serve il sostegno delle istituzioni, e anche la fibra, che qui non c’è.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)