Nelle Rsa il dramma degli anziani di nuovo costretti a non poter vedere i familiari. Di nuovo costretti a stare da soli. Un grande dolore per chi sa di non avere più tanto tempo a disposizione e che si vede portar via le poche gioie che ancora riesce a godersi.
C'è chi riesce ad aggrapparsi ai libri, a sperare di riuscire a vedere le persone che ama. Ma c'è anche chi non ce la fa più neanche a credere, come la signora Renata, che a 94 anni smette di credere a Dio, perché, dice «A lui non mi aggrappo più. Dirò un'eresia: che Dio è, uno che ti condanna su una sedia a rotelle e ti impedisce di muoverti? Come mi vedo da qui a un anno? Morta, spero».
La tengono in vita, dice, solo i legami: il figlio e conclude «Noi vecchi siamo agli arresti domiciliari. Questa malattia mi ha svuotato. Se soffro? Certo che soffro. Ma non mi racconto storie: è ora che passi la valigia». Anche gli operatori che lavorano nelle strutture sono terrorizzati di essere loro a portare dentro il contagio, cosa che comporta un peso psicologico davvero grande.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)