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Farina Michele

Non lasciamo arrugginire le «porte» del cervello

Il Corriere della Sera, 17-01-2016, p.46

“I disturbi sensoriali vengono spesso scambiati per manifestazioni di normale invecchiamento… Se li trascuriamo, anche il cervello ne soffre”. Giancarlo Logroscino insegna neurologia all’Università di Bari, ed è il principal investigator del Great Age Study, tra i più importanti studi in Europa sulle malattie neurodegenerative. Lo studio è frutto di una joint venture tra Università di Bari e Irccs De Bellis e prevede anche un focus sul ruolo dei sensi speciali in età avanzata. Un’equipe multidisciplinare di 25 ricercatori segue un campione di circa 1000 over 65 (saranno 2.500 entro il 2016) a Castellana Grotte (BA). L’idea è anche quella di tenere sotto controllo occhio e orecchio, porte d’ingresso che tendono ad “arrugginirsi” con l’età. Logroscino invita le famiglie degli anziani ad andare dal medico e dall’otorino a fare screening periodici ogni due anni per accertare i deficit e intervenire. E’ una questione culturale, basti guardare i progressi fatti nel campo della cataratta. Lo stesso va fatto per le patologie che toccano gli altri sensi, in particolare per l’udito (presbiacusia – cioè diminuita capacità di percepire le alte frequenze). La protesi acustica è indicata solo per la compromissione periferica (dovuta all’invecchiamento delle strutture dell’orecchio). Il Great Age Study di Castellana rileva una prevalenza del disturbo uditivo periferico pari al 43%, contro il 14% del disturbo centrale. La perdita dell’udito è uno dei fattori che porta alla solitudine, che, come prova una serie di studi internazionali, aumenta il rischio di malattie neurodegenerative. Chi perde l’udito ha un rischio più elevato di ammalarsi di Alzheimer. « Benché non esistano cure per le demenze — sottolinea il neurologo — interventi semplici come la protesi acustica in combinazione con altri (ridurre i fattori di rischio cardiovascolari) possono abbassare in maniera combinata il rischio di demenza del 50%». La presbiacusia a 65 anni interessa quasi il 50% degli individui, per superare l’80% a 80 anni. La compromissione visiva coinvolge dal 10 al 30% della popolazione nelle stesse fasce d’età. Per quanto riguarda il gusto, si riduce con l’età soprattutto la percezione dei dolci. L’olfatto resiste meglio al passare degli anni, purché si resti in buona salute. Il deficit olfattivo può essere sia predittore che sintomo di malattie neurodegenerative (in particolare del morbo di Parkinson). Recentemente un convegno, realizzato a San Giovanni Rotondo dall’Associazione Italiana di Psicogeriatria, ha analizzato come i disturbi legati ai sensi siano un fattore che aggrava la fragilità della persona anziana.

(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)

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Autore (Cognome Nome)Farina Michele
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2016
Pagine46
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2016-01-17
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 17-01-2016, p.46
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)
Volume
Approfondimenti
Farina Michele
Parole chiave: Cecità Disturbi e malattie legati all'invecchiamento Equipe interdisciplinare Ricerca Solitudine Sordità