Rispetto ai problemi legati alla prostata molti uomini, nonostante abbiano dei sintomi preoccupanti, rifiutano di andare dall’urologo per paura di doversi operare eche l’intervento comporti gravi problemi all’attività sessuale. Questo ormai è assolutamente falso, anzi la cura dell’ipertrofia prostatica può portare un migliormanto della qualità di vita. Spesso inoltre non c’è bisogno di intervenire, e non dipende dalle dimensioni della ghiandola, ma a guidare la scelta sono i sintomi che vanno valutati per il loro impatto sulle attività quotidiane. In molti casi bastano i farmaci con un’associazione fra alfa-bloccanti, che favoriscono lo svuotamento della vescica agendo sulla muscolatura liscia dellevie urinarie, e finasteride o dutasteride, due principi attivi riducono il volume della prostata pian piano. Anche se la terapia è molto efficace, può avere degli effetti collaterali come tutti i medicinali. Spiega entrambe le classi di principi attivi possono avere effetti collaterali, sottolinea Giorgio Guazzoni, responsabile dell’Unità di urologia e andrologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Mi). «Spesso,per esempio, gli alfa-litici provocano un’eiaculazione retrograda, ovvero il liquido seminale “cade” in vescica e viene eliminato successivamente al rapporto sessuale. Il disturbo in ogni caso scompare quando si sospende la cura e i farmaci riescono spesso a migliorare molto la qualità di vita dei pazienti». Finasteride e dutasteride invece, come enuncia una ricerca su Endocrine Reviews and Metabolic Disorders, porta disturbi sessuali al 25% dei pazienti (riduzione dell’erezione a della libido). Nel caso in cui non si risolva il problema coi farmaci, si ricorre alla chirurgia, eliminando il “nocciolo” della prostata ingrossata. «L’intervento con il bisturi però non si fa quasi più: oggi anche le prostate più grandi possono essere operate per via transuretrale, usando come ingresso per gli strumenti operatori l’uretra — dice Guazzoni — Grazie all’uso del laser per coagulare e tagliare i tessuti si possono operare anche ghiandole grandi, con un’anestesia loco-regionale, intervento seguito da uno o due giorni con obbligo di catetere. I grandi timori dei pazienti sono l’impotenza e l’incontinenza, ma non ci sono rischi con gli interventi per l’ipertrofia prostatica». Spesso anzi la qualità dell’erezione migliora, l’unico effetto collaterale è l’impossibilità d’avere figli.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)