Secondo i dati, per Assindatcolf un anziano non autosufficiente che ha bisogno di una badante a tempo pieno può spendere tra 1.600 e 1.800 euro al mese, ossia tra i 19 ed il 21 mila euro in un anno, tra retribuzioni, tredicesima, ferie, Tfr e contributi. Una spesa che non tutte le famiglie possono permettersi. L’introduzione di una prestazione universale con cui remunerare la badante regolarmente assunta, così come configurata nello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di politiche in favore degli anziani, va nella direzione auspicata ma serve uno sforzo in più.
Dati alla mano infatti con un ‘assegno di assistenza’ del valore di 850 euro al mese non si riuscirebbe a coprire neanche la metà di quello che una famiglia spende per assumere una badante a tempo pieno, sia in regime di convivenza (1.671 euro al mese e 18.927 l’anno), che ad ore (1.854 euro al mese e 20.896 l’anno). Con 850 euro si riuscirebbe giusto a coprire il costo di una badante per 20 ore la settimana. Ovviamente questo implica che vi sia un ruolo attivo di un caregiver a copertura delle ore che rimangono scoperte.
Senza contare che la platea degli aventi diritto riguarda solo gli over 80 in gravissime condizioni con un Isee che non superi i 6mila euro l’anno, gli effettivi destinatari di questo assegno in via sperimentale per 2 anni. Infine, conclude Assindatcolf, sebbene la strada dell’incentivo al lavoro regolare sia quella giusta, questo provvedimento non porterà grandi benefici neppure sul fronte dell’emersione del lavoro irregolare. Secondo le sue stime, nella migliore delle ipotesi, potrebbero emergere per un periodo limitato circa il 2% dei rapporti oggi in nero.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)