A 90 anni, quando stava per lasciare il posto alla depressione, Licia Fertz è diventata influencer senza nemmeno rendersene conto, grazie al nipote Emanuele.
Una vita non semplice la sua che dopo sessantadue anni, quattro mesi e due giorni perde l’amatissimo marito Aldo. Il vuoto è incolmabile, le ore scorrono uguali e lentissime.
Da anni si portava addosso anche la croce della perdita della sua unica figlia, Marina. Suo nipote - che aveva solo quattro anni quando resta orfano di madre - inventa un gioco per distrarla e provare a risollevare Licia: scattarle ogni giorno una foto in abiti variopinti e makeup impeccabile. E l’accessorio più importante: quel sorriso che aveva perso.
Perché Licia, col suo spirito curioso e anticonformista non si è mai piegata agli stereotipi e ai luoghi comuni su cosa una donna può o non può, deve o non deve fare, in famiglia e sul lavoro.
Oggi che ha ritrovato la sua energia e la sua verve, Licia non ha più tempo né voglia di essere triste, e lancia alle persone di ogni età un messaggio di resilienza, positività e libertà.
E con il nipote Emanuele Usai ha scritto il libro Non c’è tempo per essere tristi che è una dichiarazione d’amore per la vita e un invito a non smettere di cercare la felicità.
«Quando hai quasi novant’anni, pensare al passato può essere pericoloso, perché la tristezza può bussarti alle spalle. Anche pensare al futuro non è facile, quando il tramonto è più vicino all’alba. La vita per la felicità è guardare al presente».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)