Già intorno ai 35-40 anni le donne iniziano a far fatica a restare nei limiti del peso, ma intorno alla menopausa la battaglia diventa più dura. Lo hanno ammesso gli esperti durante l’ultimo congresso della North American Menopause Society, segnalando che circa due terzi delle over 50 ha problemi di sovrappeso: un po’ è colpa dell’età, perché con gli anni si tende a perdere la massa muscolare magra, che è la grande consumatrice di calorie del nostro organismo, che quindi, invecchiando, ha un metabolismo più lento.
Con la menopausa c’è un giro di boa: il calo degli estrogeni cambia il modo in cui si distribuisce il grasso e quello sottocutaneo, che fa da riserva energetica in caso di gravidanza e protegge il cervello, tende a diminuire mentre cresce il girovita. L’odiata pancetta con cui molte cinquantenni fanno i conti insomma fa male (non poco) alla salute; ma ingrassare in menopausa è davvero un destino ineluttabile?
"Per compensare la tendenza a mettere su peso dovremmo mangiare il 20% in meno e muoverci il 20% in più; tante non lo fanno e così nel periodo critico, che va dai due anni prima dell’ultimo ciclo, che segna l’inizio della menopausa, all’anno successivo, acquistano in media dai 3 ai 6 chili, che si traducono in 5-6 centimetri di girovita in più. È un evento fisiologico, la natura lo vuole: il grasso produce un po’ di estrogeni, accumularlo serve per bilanciare almeno in parte la riduzione degli ormoni legata alla menopausa. Il peso che si prende cambia in base a quello di partenza, perché, per esempio, le donne più esili ingrassano meno, o anche all’etnia, con le donne di colore che accumulano pure su cosce e fianchi; in tutte però il girovita aumenta un po’", spiega Rossella Nappi, direttrice dell’Unità di Ginecologia endocrinologica e menopausa dell’IRCCS Fondazione San Matteo di Pavia e prossima presidente della International Menopause Society.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)