Il Professor Domenico De Masi, sociologo sottolinea come sia difficile poter ragionare in modo statistico sull'esonero dei sessantenni dal lavoro, poiché è impossibile formulare un identikit omogeneo di un sessantenne. C'è invece da ragionare sul tipo di lavoro che deve svolgere: sarebbe meglio "perimetrare" l’età pensionabile tra le diverse realtà: chi svolge lavori fisici ha esigenze diverse da chi svolge lavori intellettuali.
Per definire un anziano, in sociologia, si può avere un buon parametro legato all'uso dei farmaci. Statisticamente infatti negli ultimi due anni della sua vita un italiano consuma la stessa quantità di farmaci che ha utilizzato nel resto della sua esistenza. Il problema della longevità italiana è legato alla caducità, per cui prima della morte un anziano italiano ha circa 4 anni davanti in cui le sue facoltà diventano molto ridotte, mentre nel Nord Europa è la metà.
Ciò dipende diversi fattori: il livello di socializzazione, la possibilità di mantenere contatti e legami, l’attività fisica, la vicinanza con la natura. Per questo è necessario riflettere quando si sceglie di farli stare chiusi.
Se i sessantenni non tornassero subito al lavoro potrebbe essere l'occasione per un turnover nella burocrazia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)