Siamo nell’era della famiglia mobile, liquida. Soprattutto all’estero, dove le reti di solidarietà per gli «expat» sono inesistenti e quando arrivano i figli l’ammortizzatore per eccellenza, i nonni, funziona (e molto) in termini di qualità della vita. E’ difficile calcolare quanti siano i nonni che hanno varcato il confine per seguire i figli/cervelli in fuga che non hanno intenzione di fare ritorno in patria. Anche perché i dati a disposizione dell’Inps sono solo quelli per chi ha richiesto il trasferimento dell’assegno di quiescenza su un conto corrente per la permanenza all’estero, senza poter distinguere chi ha seguito i figli e chi ha scelto di vivere fuori dal nostro Paese per altre ragioni. L’Istat nell’ultimo rapporto sulle tendenze demografiche, parla di rete di parentela in evoluzione, sempre più stretta e lunga,perché anche da noi, dove è tornata l’emigrazione Sud-Nord, si sta verificando una profonda trasformazione del concetto di rete familiare. In cui il mutuo soccorso tra la madre e la figlia è reso sempre più difficile dalle distanze geografiche. Ecco perché anche nelle grandi città è sempre più frequente la ricongiunzione del nucleo familiare, con nonni che seguono i figli nelle città in cui lavorano nel momento in cui arriva la prole.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)