Sono solo un quarto gli anziani disabili gravi assistiti dal settore pubblico, e il rimanente 65,8% è seguito da familiari non conviventi, per la maggior parte donne. La rete degli affetti, dell’aiuto informale da sempre in Italia svolge un ruolo fondamentale, ma ormai non basta più. La popolazione anziana è in crescita costante, 4 milioni e più gli ultra ottantenni e gli ultranovantenni sono 727 mila. Inoltre il calo della natalità porta a famiglie sempre con minori congiunti e di conseguenza meno persone con cui condividere la responsabilità degli anziani. L’incremento del lavoro femminile ha portato le donne ad avere meno ore da dedicare alla famiglia, con la comparsa delle «nonne sandwich» schiacciate tra la cura dei nipoti e quella dei genitori anziani, in una sorta di “competizione” tra nonni e nipoti. Il ricorso alla badante, d'altra parte, comporta degli impegni economici importanti che non tutti possono permettersi e che può innestare un discorso di rinunce che può portare alla povertà. Bisogna trovare un cambiamento radicale con una riorganizzazione del welfare: investire in infrastrutture di servizi e moltiplicare la quota di assistenza fornita dal pubblico, sia sul piano dell’assistenza domiciliare, che socio-sanitaria e residenziale, con una a risposta multidimensionale e professionale.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)