Nel Messaggio per la Giornata dei Nonni e degli Anziani, il Papa scrive che “la presenza di un giovane apre alla speranza che quanto [gli anziani] hanno vissuto non vada perduto e che i loro sogni si realizzino”. I giovani sono uno stimolo a non soffermarsi sulla debolezza che avanza o sul dispiacere per le occasioni perse della vita. Un bambino può essere fondamentale per far sì che i nonni non si chiudano nello spazio della propria casa, soli e abbandonati, ma restino agganciati alla comunità, alla famiglia, sentendosi parte di un contesto in cui hanno voce e spazio.
Nell’amicizia con un giovane, la persona anziana può ritrovare l’entusiasmo per un grande ideale; la meraviglia per l’inizio di nuovi progetti; la gioia di una fede e di una testimonianza di vita che si fa insegnamento per le nuove generazioni. Gli anziani sono insostituibili e un giovane con il suo sguardo e il suo affetto, in fondo, dice questo: nonno, ho bisogno di te!
Ci sono diocesi nel mondo che hanno accolto con grande consapevolezza l’invito del Santo Padre a celebrare la Giornata, perché ne hanno compreso il senso: sensibilizzare ogni ambito della società e della Chiesa al ruolo che gli anziani possono avere, come fedeli battezzati, nella comunità ecclesiale, ma sensibilizzare anche la comunità e le famiglie, così come l’azione pastorale, ai loro bisogni umani e spirituali, specialmente quando sono fragili e soli.
Ci sono Paesi dove la pastorale degli anziani è attiva, ma moltissimi altri dove ancora si fa fatica a recepire questo messaggio. Molto si sta facendo in Brasile, in Irlanda, in Canada, Spagna, Portogallo, ma ci sono grandi difficoltà in Africa, in Asia e perfino in molti Paesi dell’Europa, nonostante il numero degli anziani sia in crescita. Nella maggioranza dei casi, nelle diocesi e nelle parrocchie, mancano uffici dedicati alla pastorale degli anziani. Manca un accompagnamento spirituale specifico, attività di apostolato in cui gli anziani possano essere protagonisti attivi.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)