Dopo le parole del Presidente Mattarella che il 1 ottobre ha celebrato, sottolineandone il valore sociale, gli anziani nella giornata mondiale a loro dedicata, oggi si celebra la festa dei nonni.
Su di loro una ricerca scientifica internazionale realizzata studiosa italiana, Roberta Rutigliano, assistente al Centro ricerche demografiche dell’Università di Groningen, in Olanda. Il suo studio riguarda 11 Paesi europei ed indaga, oltre che sul tipo di assistenza fornito dai nonni, sull’influenza esercitata dalla disponibilità alla cura in termini di propensione alla natalità.
Obiettivo che emerge già dal titolo della ricerca: Papà, mamma, se avrò un figlio mi date un mano? In tutti i Paesi esaminati la risposta è sostanzialmente positiva, ma con forti differenze. Nel volume si evidenzia come la propensione dei nonni a fornire assistenza ai nipoti ha una spinta positiva verso la genitorialità e quindi una conseguenza significativa nella scelta di avere il primo figlio.
I Paesi di cui si è occupata la ricerca sono divisi in tre grandi aree grazie a vari parametri. Il primo gruppo ha politiche volte a la crescita demografica (Francia e Belgio), il secondo è definito tradizionale (Italia, Spagna, Svizzera, Austria, Grecia e Germania) e poi il gruppo degli 'egalitari' dove i carichi di lavoro domestico sono equamente divisi tra uomo e donna e con un welfare molto sviluppato (Olanda, Danimarca e Svezia).
Roberta Rutigliano spiega di aver voluto indagare, per la prima volta, se il fatto di avere potenziali aiutanti nella maternità/ paternità influisse sulle scelte di mettere al mondo il primo figlio».Tra le molte variazioni prese in esame l'età dei nonni, le condizioni di salute,presenza di aiuti dello Stato, vicinanza geografica ecc. Sono state rilevate delle tendenze significative. Dove le politiche familiari sono considerate insufficienti, soprattutto Spagna, Italia e Grecia, il fatto di poter contare sulla disponibilità dei nonni influenza positivamente la propensione alla natalità. Le percentuali ipotizzate sono molto basse, – dallo 0,08 allo 0,17 – ma non insignificanti.
Invece in Danimarca, Olanda e Svezia il fatto che i nonni siano propensi ad occuparsi del futuri nipoti non sembra determinare spostamenti significativi nelle previsioni di natalità. Tutto questo porta alla conclusione che, anche se i nonni offrono un prezioso contributo, soprattutto dal punto di vista della qualità educativa, non possono però colmare il vuoto lasciato da politiche familiari inadeguate e da servizi di assistenza all’infanzia insufficienti. Anche se la loro presenza è comunque determinante per rendere meno pesante il ciclo domestico delle famiglie.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)