L'esistenza di Jim Gystad - produttore discografico esperto di blues e quarantenne deluso dal mondo e dalle persone - ha una svolta inaspettata quando, barcollando in preda ai postumi di una sbornia epocale, varca la soglia della chiesa di Vinger per fare da padrino al battesimo del figlio di un amico. Sentir cantare i tre fratelli ottuagenari Maria, Tulla e Timoteus Thorsen è un'esperienza divina, un'epifania che lo fa sentire “vivo” con la stessa intensità di “chi è appena strisciato fuori dalla carcassa di un’automobile incidentata”. L’idea di lanciare sul mercato il Trio Thorsen diventa da subito un’ossessione, un chiodo fisso che incarna la volontà di Jim di scrollarsi di dosso quell’apatia, quell'insoddisfazione umana e professionale che a poco a poco avevano finito per soffocarlo: a Maria dirà “Non sono più stato me stesso dopo avervi sentito cantare”. Scoperto il tempo lontano in cui il Trio Thorsen aveva girato gli Stati Uniti in tour vendendo centinaia di migliaia di dischi con incredibili hit dal sapore spirituale, l'intraprendente produttore si trasferisce a Skogli in una casa in affitto che dà sul fiume e un lavoro part-time da elettricista che gli lascia tempo ed energie per investire nel suo progetto musicale. Il Trio Thorsen è chiuso, bizzarro, enigmatico, incatenato a un passato e a un’immobilità misteriosa ma tra imprevisti che sfiorano il comico, scherzi di un destino spietato e beffardo e un umorismo travolgente, Jim Gystad riuscirà a guadagnarsi la fiducia dei talentuosi vecchietti e a far breccia nei dolori del loro passato. D'ora in poi la vita di Jim ruoterà attorno a una sola cosa: far tornare i fratelli Thorson a cantare.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)