In una lettera all'autrice, due sorelle raccontano il dramma dell’Alzheimer della madre. La signora, maestra elementare, aveva iniziato con piccole sviste o bizzarrie, ma alla visita dal neurologo si notava anche un dolore sordo, che le toglieva il fiato e le faceva salire i lucciconi agli occhi e che aveva fatto optare per un antidepressivo. Nelle visite successive però si erano evidenziati nuovi disturbi, che hanno portato ad un progressivo isolamento della donna, dovuta sia alla mancanza di servizi territoriali, ma anche all’impreparazione a interagire con una persona psicolabile. I figli hanno così dovuto imparare ad interagire le donne che, dice la figlia, “guidate da competenze e da spirito solidale, si avvicendano nell’accompagnamento del suo dissolversi. Ognuno di noi, continua a interpretare e combattere il morbo con gli strumenti umani e intellettuali di cui è in possesso. Le nostre vite sono cambiate per far posto a questa nuova realtà dolorosa e ci chiediamo ancora come sia potuto accadere e se avremmo potuto evitarlo”.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)