Dai numeri che l’Inps fornisce a Eurostat e agli altri organismi internazionali si evince che la spesa per le pensioni è pari al 18% circa del Pil contro una media dei 27 paesi inferiore al 15%. E’ quindi ovvio che i partner europei chiedano all’Italia di tagliare le pensioni, visto l’enorme debito pubblico del nostro Paese. In realtà la spesa per le pensioni per il 2016 risulta dai bilanci Inps pari a circa 218 miliardi, mentre i contributi sono pari a 197 miliardi. Cosa che dimostra che il deficit è di soli 21 miliardi. Inoltre poiché vanno considerate nelle spese assistenziali anche le integrazioni al minimo e le maggiorazioni sociali e la quota assistenziale per i dipendenti pubblici (8,1 miliardi), la spesa si riduce ancora. Anche perché sulle pensioni, gravano le imposte. La spesa reale è quindi di 150 miliardi che rapportata ai contributi pagati dalla produzione evidenzia un saldo positivo di oltre 30 miliardi. Inoltre su 16,1 milioni di pensionati poco più del 38% dei dichiaranti paga quasi il 90% di tutta l’Irpef e di questi l’11% ne paga quasi la metà. La spesa che sta esplodendo è quella assistenziale a carico della fiscalità generale, che nel 2016 ha toccato quota 107 miliardi ed è una spesa netta perché, a differenza di quella per le pensioni, su queste prestazioni non ci sono imposte. L’Istat e l’Inps dovrebbero quindi riflettere bene quando danno delle cifre, perché rischiano di alimentare campagne politiche e cattiva informazione.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)