(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Fico Antonio

Nuovo allarme nelle Rsa

LiberEtà, 1, 2021, pp.20-23

Le strutture per anziani sono state le prime ad essere state colpite dall’avanzata del Virus e a tutt’oggi, si trovano a dover combattere contro un nemico forse più insidioso: la penuria di infermieri e operatori sociosanitari che sta mandando in tilt il sistema di cura.

Al crescente numero dei contagi tra gli addetti, si è infatti affiancata l’apertura dei bandi pubblici e delle chiamate dirette negli ospedali che, da maggio scorso, ha fatto registrare un massiccio esodo di personale qualificato verso questi ultimi, allettato da stipendi migliori e possibilità di carriera. In molte Regioni si assiste ad una vera e propria fuga, che fa temere che presto nelle strutture per anziani non si morirà più di Covid, ma di altre malattie. Ad esempio si calcola che nelle 346 Rsa del Veneto, manchino 3.500 infermieri e 2.000 operatori, mandati in esodo incentivato.

La beffa è che nelle case di riposo e nelle Rsa, a causa del calo del numero degli ospiti, molte direzioni sanitarie hanno messo parte del personale in cassa integrazione. La seconda ondata ha così colpito una filiera a corto di operatori. La penuria è tale che persino le agenzie interinali hanno esaurito la disponibilità.

Alla fuga degli infermieri specializzati si aggiungono poi le scelte di alcune Regioni, spesso in ritardo con i tamponi. Effetto diretto della carenza di personale è anche l’isolamento degli ospiti delle case di cura. Per spezzare il circuito solitudine/depressione, dove possibile, si è provveduto ad istituire una ‘stanza degli abbracci’, un luogo dove i pazienti possono incontrare i familiari in sicurezza. Esperienza nata in una Rsa di Castelfranco Veneto, poi replicata al momento in Veneto, Piemonte e Liguria.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Fico Antonio
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine20-23
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero1
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLiberEtà
Subtitolo in stampaLiberEtà, 1, 2021, pp.20-23
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Fico Antonio
Attori
Parole chiave: Operatore socio-assistenziale e sanitario Residenza Sanitaria Assistenziale