Nonostante si affermi ormai che la casa dovrà essere, sempre più, il principale e privilegiato luogo di cura nella sanità del futuro, le attenzioni e le tutele per l'assistenza domiciliare continuano ad essere del tutto inadeguate. Proprio l’abitazione è, infatti, ancora oggi, il luogo meno protetto dalle istituzioni. Lo dimostra il fatto che le persone con gravi disabilità o patologie che vivono e sono assistite in casa non hanno la garanzia, di poter contare su professionisti vaccinati. Se l'obbligo è infatti scattato per il personale delle Rsa e nelle strutture residenziali assistenziali, questo non riguarda invece gli operatori dell'assistenza domiciliare. Per gli Oss che non lavorano all'interno delle Rsa non c'è di fatto alcun obbligo vaccinale. Il che pone un grave problema per l’assistenza domiciliare che viene offerta proprio alle persone più fragili, nella maggior parte dei casi, immunodepresse, che così vengono esposte a un rischio altissimo di contagio. Ma c'è anche un altro problema: il finanziamento dei tamponi gratuiti per le cooperative, che la Regione Lazio ha interrotto, dopo aver garantito un test gratis mensile per gli operatori vaccinati e non vaccinati.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)