Un comunicato stampa della Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche), riassume gli ultimi allarmi lanciati dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)e dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sulla carenza di infermieri in Italia in rapporto all’invecchiamento della popolazione.
A fronte di una popolazione che invecchia (22% sopra i 65 anni nel 2015, la più anziana in Europa) e che spende pochi anni in buona salute (7,7 anni rispetto a 9,4 in media nell’OCSE) crescono le necessità di assistenza sanitaria a lungo termine. Per l’Ocse, il sistema sanitario italiano potrebbe non essere in grado di far fronte ai cambiamenti demografici in atto. Secondo i dati Istat, nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni. Si calcola che la carenza di infermieri, già consistente al Nord, aumenti ogni anno a causa dello squilibrio tra i pensionamenti (17 mila l'anno) e le nuove assunzioni (8 mila l'anno). L’Oms nel corso dell’ Assemblea generale, svoltasi nei giorni scorsi, ha ribadito che l’Italia deve affrontare un quadro di malattie croniche, dovute all’invecchiamento della popolazione, le quali richiedono “una risposta assistenziale complessa, proattiva, personalizzata”.
Per farlo, secondo l’Oms, l’Italia deve rispondere ad alcune sfide tra cui, oltre a difendere meglio l’accesso universale all’assistenza, deve aumentare il numero di infermieri che rimane basso: 6.5 ogni 1000 abitanti, mentre la media UE è di 8.4.
(Fonte: www.quotidianosanita.it)