La terapia c’è, funziona e non è pericolosa. Nonostante questo in Italia ci sono pazienti che rischiano di perdere la vista non potendo accedere alla terapia. Su 7000 medici oculisti in Italia, tutti in grado di somministrare questa terapia salvavista, solo 150 sono abilitati a farlo, portando effetti evidenti ad esempio nella cura della maculopatia, che affetta una persona su 3 dopo i 75 anni.
Parliamo della terapia intravitreale Anti-VEGF, che nel 2019 ha registrato 700.000 iniezioni non eseguite in Italia rispetto a Inghilterra, Francia e Germania e nel 2020 tocca quota -90%, con soli 100 mila interventi praticati.
Numeri che, come ribadisce il Presidente SOI Matteo Piovella, non vengono ascoltati: “Con la pandemia abbiamo perso il 50% delle visite oculistiche: 8 milioni, e il 50% degli interventi chirurgici salvavista, 500 mila – ha spiegato – Questo sia perchè tutte le risorse degli ospedali sono state concentrate sul Covid sia perchè sta crescendo la preoccupazione da parte dei pazienti nel recarsi a sottoporsi a delle visite o a degli interventi che vengono percepiti come non indispensabili. Invece si tratta di interventi che salvano la vista di un milione e 300 mila persone ogni anno nel nostro paese”.
Da qui l’invito al Governo a studiare insieme, senza contrapposizioni, un percorso che consenta finalmente di superare le rigidità nella somministrazione di terapie fondamentali per salvare la vista a migliaia di cittadini.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)