Kinsley è un noto cronista americano e in questo libro è alle prese con un resoconto della sua vita, condizionata a 43 anni da un severo verdetto di malattia grave, il morbo di Parkinson. Per chiunque questo può essere l'inizio della fine, il giornalista invece ne fa una sorta di momento ideale per trattare il tema del morbo, delle sue caratteristiche, di quanto questo pesi nei rapporti con la società, e di come raccontarlo con non senza umorismo. Tante sono le situazioni imbarazzanti che Kinsley affronta e ne esce con un invidiabile "aplomb". Ovviamente in queste pagine Kinsley, concede molto anche all'aspetto serioso del dramma che la malattia genera, si intrattiene sull'invecchiamento precoce e sulla demenza e sulla soluzione ultima,l a morte. Conclude l'autore: "la minima disgrazia aumenta la nostra consapevolezza sul valore della vita e questo compito ,nel mio caso il morbo lo ha adempiuto".
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)