Il primo Report globale su Invecchiamento e salute dell’OMS enuncia che "Oggi, per la prima volta nella storia la maggior parte delle persone hanno una aspettativa di vita di 60 anni e oltre” è stato presentato oggi alla vigilia della Giornata Internazionale degli Anziani del 1 ottobre. Secondo il Report la popolazione anziana entro cinque anni supererà quella dei bambini sotto i 5 anni e nel 2050 gli over 60 dagli attuali 900 milioni passerà a quasi 2 miliardi. Altri dati: Giappone Paese più longevo, l'Italia è seconda e prima in Europa; 125 milioni di persone nel mondo raggiungono gli 80 anni ed entro il 2050 saranno 120 milioni solo in Cina, mentre 434 milioni nel resto mondo. Le previsioni per il 2050 dicono che l'80% degli over 60 vivrà nei Paesi a medio e basso reddito con una velocizzazione del processo di cambiamento che porterà diverse conseguenze per la salute, i sistemi sanitari, i loro lavoratori e i budget. Accessibilità universale delle cure, buon sistema sanitario, stile di vita: sono le architravi del record italiano, con il 21,4% over65 e il 6,4% over80. Seguono Germania e Portogallo. Il Rapporto Oms dice che esiste un modo di vedere gli anziani - fragili e dipendenti - che va destrutturato valorizzando il loro contributo. “Purtroppo i 70 anni non sembrano ancora essere diventati i nuovi 60" afferma Flavia Bustreo, vice direttore generale dell'Oms per la Salute della famiglia, delle donne e dei bambini, a capo del team di sviluppo della Global Strategy, "Ma potrebbe essere così ". Per migliorare l’Oms segnala tre condizioni socio-politiche: per prima cosa rendere i luoghi in cui viviamo molto più piacevoli e fruibili per le persone anziane (es. la rete globale dell'OMS delle Città e dei Comuni Amici degli Anziani (Age-friendly) che comprende attualmente oltre 280 città, in 33 Paesi, tra cui Udine in Italia). Secondo punto: allineare i sistemi sanitari alle esigenze degli anziani, con un passaggio deciso al tema della cronicità (es.la creazione di team composti da varie figure di specialisti e la condivisione di cartelle cliniche computerizzate tra diversi istituti di assistenza). Infine il tema dei costi e dei sistemi di assistenza a lungo termine, evitando l'uso improprio dei servizi sanitari e garantendo diritti e dignità a chi vive gli ultimi anni della propria esistenza. E dando maggiore libertà alle donne, che spesso sono coloro che si prendono in carico la cura per i familiari più anziani.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)