Il 13 settembre 2024 Pechino ha approvato un piano per aumentare l'età pensionabile, rimasta invariata dal 1978: dal prossimo gennaio, per gli uomini il ritiro dal lavoro sarà portato da 60 a 63 anni nel corso di 15 anni, mentre per le donne con funzioni di quadro e per le operaie, l'età pensionabile salirà rispettivamente da 55 a 58 e da 50 a 55 anni.
Aumentano anche gli anni minimi di contributi pensionistici di base per i benefici mensili che a partire dal 2030 lieviteranno progressivamente da 15 a 20 anni al ritmo di un rialzo di sei mesi all'anno.
Ciò avverrà gradualmente e su base volontaria, perché quella delle pensioni è una manovra necessaria, ma difficile da attuare in quanto non proprio popolare per un regime comunista che nella stabilità sociale vede un punto fermo. Ma la riforma è necessaria per diversi motivi.
Secondo le proiezioni dell'Economist Intelligence Unit, la popolazione cinese in età lavorativa passerà dai 976 milioni del 2024 ai 938 milioni del 2030. Allo stesso tempo, l'aspettativa di vita in Cina è salita: se nel 1960 un cinese viveva in media 44 anni, nel 2021 la media era di 78 anni.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)