Parte il progetto CronOs, Cronicità e Osteopatia promosso dal Roi – Registro degli Osteopati d’Italia, con l’obiettivo di informare i cittadini sul supporto che l’osteopatia può offrire ai pazienti che presentano una o più patologie croniche. Dal 7 al 13 giugno di osteopati ROI offriranno una prima visita gratuita ai pazienti cronici in 685 studi di tutta Italia. Tra gli interventi sanitari volti alla cura e alla presa in carico dei pazienti cronici, l’osteopatia, sottolinea il Roi, riveste un ruolo sempre più importante nell’integrazione di strategie terapeutiche orientate al miglioramento della qualità di vita dei pazienti e alla riduzione dei sintomi correlati a patologie croniche.
Sono oltre 24 milioni gli italiani che attualmente convivono con malattie croniche e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che oltre l’80% della spesa pubblica per la salute è indirizzato alle cure e alla gestione del paziente cronico. Inoltre, entro il 2050 si stima che in Europa la speranza di vita aumenterà fino a quasi 81 anni. L’incidenza della cronicità è strettamente connessa all’allungamento della vita media e pertanto è destinata a crescere. In questo scenario l’osteopatia vuole sottolineare di poter essere una risposta terapeutica, perfettamente inserita nel Sistema Sanitario Nazionale.
Nel Piano Nazionale della Cronicità, il Ministero della Salute sottolinea che nel trattamento di pluripatologie è importante la collaborazione tra diversi professionisti sanitari e la gestione del paziente nella sua interezza. Secondo uno studio epidemiologico realizzato nel 2019 Lattanzio Monitoring & Evaluation per il ROI e condotto su un campione di 770 osteopati, la maggioranza dei pazienti che si rivolge a un osteopata riferisce disturbi cronici, ha un’età media compresa tra i 50 e i 55 anni e tra questi il 63% sono donne. Inoltre, il 65% degli osteopati intervistati ha assistito a un aumento esponenziale dei pazienti con cronicità tra il 2017 e il 2019. Per gli osteopati italiani, gli specialisti e il medico di medicina generale costituiscono il 26% della fonte di invio dei pazienti presso il proprio studio.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)