Cambio di rotta nella prevenzione e nella cura dell’osteoporosi: l’attività fisica entra a pieno titolo tra le terapie. Il movimento riduce i livelli di sclerostina, una proteina che impedisce la produzione di nuovo tessuto osseo. E aumenta il trofismo dello scheletro, cioè la resistenza ai traumi. Non è un caso dunque se la campagna della Siommms, la Società italiana dell’osteoporosi, metabolismo minerale e malattie dello scheletro (siommms.it) punta proprio sull’attività fisica. «Sapevamo già che il movimento è utile nella donna giovane perché aiuta a raggiungere un picco elevato di massa ossea» dice Nicola Napoli, della divisione di endocrinologia del Policlinico dell’ Università Campus Bio-Medico di Roma. «Ma gli studi ci hanno dimostrato che l’effetto positivo sull’osso c’è anche nella donna in post-menopausa e negli anziani, con un incremento fino al due per cento della massa ossea in un anno. E, anche se le ricerche sono ancora in corso, stiamo notando che l’organismo risponde meglio ai farmaci, a tutto vantaggio della prevenzione delle fratture».
(Fonte: tratto dall'articolo)