l primo studio comparativo tra due molecole che prevengono le fratture nelle donne nel periodo successivo alla menopausa porta la firma di Maria Luisa Brandi, docente di Endocrinologia dell’Ateneo fiorentino, e di un team di ricercatori internazionali che si occupano di osteoporosi. Lo studio ha coinvolto 4.093 donne divise in due gruppi cui sono state somministrate due molecole diverse. Dopo 24 mesi, nel primo gruppo (trattato con romosozumab) solo il 6,2% aveva riportato nuove fratture alle vertebre, contro l’11,9% del secondo (abbattimento pari a 48% a favore del romosozumab). Incoraggiante anche il riscontro avuto per fratture non vertebrali con una diminuzione dei casi pari al 19%. I risultati sono stati illustrati su un articolo da poco pubblicato dal The New England Journal of Medicine. “Quello che abbiamo condotto è uno studio di tipo registrativo – spiega Maria Luisa Brandi – nel quale cioè si determina l’efficacia o meno di una molecola ai fini della registrazione nella farmacopea internazionale”.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)