Nel 2000 in Europa, sono state quasi 4 milioni le fratture da osteoporosi registrate di cui quasi 1 milione (900.000) all’anca. In Europa più di 600.000 donne (e 180.000 uomini) subiscono ogni anno una frattura dell’anca con un costo complessivo per i sistemi sanitari di 25 miliardi di euro. Dopo i 50 anni 1 donna su 3 subisce una frattura da osteoporosi (1 uomo su 5).
Negli Stati Uniti la situazione non è meno grave che in Europa. I ricercatori della School of Medicine dell’Università della Virginia (UVA) hanno identificato diversi geni, non precedentemente noti, in grado di influenzare la densità ossea e, in definitiva, il nostro rischio di frattura. Il lavoro offre importanti spunti sull’osteoporosi, e fornisce agli scienziati potenziali nuovi bersagli nella battaglia (finora perdente) contro la malattia delle ossa fragili.
Gli studi finora si erano concentrati solo sulla densità minerale ossea, sebbene molti altri aspetti dell’osso contribuiscano alla resistenza ossea e al rischio di frattura ma non possano essere misurati nell’uomo. Ora diventa possibile. L’identificazione è stata molto difficile, ma era fondamentale per utilizzare le scoperte genetiche al fine di migliorare la salute delle ossa. Charles Farber, del Centro per la genomica della salute pubblica dell’UVA e del Dipartimento di Scienze della salute pubblica, afferma: “La capacità di utilizzare i topi in un modo nuovo ci ha permesso di iniziare a superare le sfide associate agli studi di associazione sull’intero genoma umano”.
“Le informazioni che abbiamo generato dai topi possono essere utilizzate in futuro per valutare questi geni appena identificati come potenziali bersagli farmacologici - ha affermato Basel Al-Barghouthi, del Center for Public Health Genomics dell’UVA, che ha guidato lo studio -. Inoltre, questi nuovi approcci di studio sui topi possono essere applicati a un’ampia gamma di malattie”. Nel frattempo, individuati i tre geni chiave per la formazione di nuovo osso quando occorre e della sua robustezza si è aperta anche la strada allo studio di sostanze in grado di attivare i geni che servono e, quindi, curare o prevenire a livello genetico l’osteoporosi.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)