L'Alzheimer non rappresenta solo un problema di salute pubblica, ma una vera e propria emergenza. Una terapia risolutiva richiesta da oltre mezzo milione di ammalati in Italia (che supereranno il milione tra dieci anni) e da tre milioni di familiari strettamente coinvolti. Due sono le proteine ritenute tossiche per il cervello ,scoperte dallo stesso Alois Alzheimer, due proteine la beta amiloide e la tau. Sulla prima si sono concentrati ben l'85% degli studi clinici, sulla seconda solo recentemente si è iniziata la fase clinica. La beta amiloide tende ad accumularsi progressivamente nel cervello sia dei pazienti Alzheimer,sia in quello di individui anziani ma cognitivamente sani. Tutte le sperimentazioni per bloccare questa progressione fin ad oggi sono risultate negative. Ora il tentativo è incentrato su nuovi anticorpi e su alcuni inibitori di uno degli enzimi chiave detto "Bace" responsabile per la produzione di di beta amiloide. Non prima del 2020 conosceremo i risultati di questa sperimentazione. Altri tre studi clinici sono attualmente in corso sotto forma di vaccinazione anti beta amiloide e anti tau, i cui risultati dovremmo conoscerli fra il 2028 e il 2033. La diagnosi dell'Alzheimer intanto ha fatto passi enormi negli ultimi 10 anni ed Ezio Giacobini Neurofarmacologo dell'Università di Ginevra, prevede che "Tenendo conto dei lunghi tempi degli studi clinici e degli alti costi di ricerca vorrei comunque rassicurare che una nuova, efficace, terapia per l'Alzheimer è non solo possibile per l'anno 2028 ma anche probabile".
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)