Cresce l'occupazione degli ultracinquantenni. Una buona notizia ma il risultato è dovuto all'inasprimento dei requisiti pensionistici. Nel complesso la disoccupazione è in aumento. Se l'Italia avesse un tasso di occupazione pari alla media dell'Ue avremmo circa tre milioni e mezzo di occupati in più.
In Italia “l'unica classe di età con gli occupati in costante crescita è quella degli ultracinquantenni”, lo rileva l'Istat nel Rapporto annuale 2015 – La situazione del Paese - nel capitolo dedicato al Mercato del Lavoro. Il tasso di occupazione per questa fascia di età (pari al 54,8%) è cresciuto di 7,7 punti nel periodo 2008-2014 (2,2 punti solo rispetto al 2013). Un aumento che ha riguardato soprattutto le donne. La crescita è dovuta “all’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione e al ritardato ingresso nel mondo del lavoro dei più istruiti”. Scende, invece, l'occupazione nella classe di età 35-49 anni, il tasso di occupazione dal 2008 al 2014 è passato nei sei anni dal 76,1 al 71,6%, con un calo che ha interessato soprattutto gli uomini.
Disoccupazione al 13%
Nel complesso il tasso di disoccupazione è passato dal 12,1% nella media del 2013 al 12,7% per del 2014, quello giovanile è cresciuto ulteriormente fino a raggiungere il 42,7% (con punte del 55,9% nel Mezzogiorno). A fronte della ripresa dell’occupazione nel 2014, con il 2015 si osserva un nuovo calo: a marzo (ultimi dati disponibili) l’occupazione è diminuita per il secondo mese consecutivo (- 0,2% rispetto al mese precedente), il tasso di disoccupazione è aumentato, raggiungendo un livello del 13%.
Se fossimo nella media europea
Il tasso di occupazione si attesta al 55,7 per cento, valore molto lontano dalla media dell'Unione europea e inferiore di quasi tre punti rispetto al 2008. Il raggiungimento di un tasso di occupazione pari a quello medio degli altri paesi dell’Ue significherebbe per il nostro Paese un incremento di circa tre milioni e mezzo di occupati.
Aumenta l'occupazione femminile
Nel complesso, tra 2008 e 2014, l’occupazione maschile si è ridotta del 6,3% (-875 mila), a fronte di un aumento dello 0,7% per quella femminile (+64 mila). Tuttavia, la quota di occupate continua a essere molto bassa (il 46,8%), di 12,8 punti inferiore al valore medio Ue. Si tratta di un divario che corrisponde a due milioni e mezzo di donne occupate in meno in Italia.
La tenuta registrata nell’occupazione femminile nel nostro Paese è il risultato di un insieme di fattori: il contributo delle occupate straniere, la crescita delle occupate con 50 anni e più per l’innalzamento dell’età pensionabile e l’entrata in questa coorte di età di donne più istruite e più occupate. A questi fattori si aggiunge l’ingresso di donne nel mercato del lavoro per esigenze di sostegno al reddito familiare in presenza di un partner disoccupato. Nel 2014 la percentuale ha raggiunto il 12,9% pari a 2 milioni 428 mila nuclei familiari.
Tempi lunghi per un nuovo lavoro
Per chi è alla ricerca di un nuovo lavoro deve attendere mediamente oltre due anni. Prosegue, infatti, la crescita dei disoccupati di lunga durata. Nel 2014 chi è alla ricerca di occupazione lo è in media da 24,6 mesi, da 34 se ricerca il primo impiego. Rispetto all’anno precedente, la durata media della disoccupazione è aumentata di 2,3 mesi (quasi tre mesi per chi cerca la prima occupazione).
Più istruzione più occupazione
Il ruolo dell’istruzione si conferma un fattore protettivo rispetto alla crisi. Sebbene, infatti, la riduzione del tasso di occupazione abbia interessato tutti i titoli di studio, il calo è stato più contenuto per i laureati, tra i quali l’incidenza di occupati scende dal 78,5% del 2008 al 75,5% del 2014. I diplomati presentano il calo più forte (-5,3 punti tra il 2008 e il 2014), anche se l’indicatore cresce lievemente nell’ultimo anno (+0,1 punti), attestandosi al 62,6% nel 2014.
(Fonte: tratto dall'articolo)