Una ricerca della Fisiologia dell'Università di Nijmegen (Olanda), ha studiato l'effetto dell'attività fisica, sia per quanto riguarda il volume che per ciò che concerne l'intensità della stessa, sullo sviluppo e sulla progressione delle placche coronariche in pazienti di mezza età. Sono stati arruolati soggetti con età media di 54 anni che praticavano sport (per la gran parte in maniera non agonistica) dividendoli in tre categorie: quelli in cui lo sforzo era di intensità moderata, alta o molto alta, valutando l'intensità secondo il tipo di sport, la frequenza e la durata delle sessioni e il livello di performance raggiunta. Tutti i soggetti dello studio sono stati seguiti per un periodo di oltre sei anni.
Il volume dell'attività sportiva (il tempo passato facendo sport) non sembra avere effetti sul calcium score o sulle placche. Al contrario, l'intensità dello sforzo influisce in maniera significativa. Infatti, quelli la cui attività sportiva prevedeva uno sforzo di medio-alta intensità avevano una ridotta progressione delle calcificazioni delle coronarie rispetto a chi faceva sforzi moderati. Stranamente però nei soggetti che facevano sforzi di alta o altissima intensità si aveva, rispetto agli altri, una maggiore progressione delle calcificazioni e insieme anche una maggiore progressione delle placche aterosclerotiche. Uno sforzo esagerato sembrerebbe quindi avere un effetto negativo sul circolo coronarico rispetto a uno sforzo più moderato, almeno nei soggetti di mezza età. Vari possono essere i meccanismi.
Tra questi è certo che esercizi fisici di alta intensità stimolano la produzione di grandi quantità di catecolamine (adrenalina, noradrenalina ecc). Tali ormoni, infatti, sono relativamente stabili in chi pratica esercizi a bassa intensità, ma aumentano in maniera esponenziale man mano che lo sforzo aumenta. Le catecolamine in circolo aumentano la pressione e la frequenza cardiaca che a loro volta incrementano lo stress delle arterie coronariche. È infatti provato che la frequenza elevata, generando un flusso turbolento all'interno dei vasi, ne può accelerare l'aterosclerosi. Accanto all'effetto negativo però, l'attività fisica genera molti effetti indubbiamente positivi tra i quali l'aumento del colesterolo HDL (quello buono) piuttosto che lo sviluppo di circoli collaterali tra le coronarie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)