Curare la fragilità cognitiva con l’ozonoterapia è possibile. Un team italiano di ricercatori ha osservato, infatti, che l’uso dell’ossigeno-ozono apporta numerosi benefici a livello cognitivo per tutti quei pazienti che, a causa dell’avanzare dell’età, vengono colpiti da deterioramento delle capacità intellettive.
Lo studio, condotto dalla Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia, è stato pubblicato sulla rivista Mechanisms of Ageing and Development edita da Elsevier, con il titolo “Molecular mechanisms in cognitive frailty: potential therapeutic targets for oxygen-ozone treatment”. Il team di ricerca è composto interamente da medici italiani.
Gli autori della ricerca (primo studio finanziato e supportato dal Ministero della Salute, che nel 2016, ha accettato i dati preliminari forniti da SIOOT e ha approvato un progetto finalizzato a testare l’efficacia dell’ossigeno ozono terapia nella cura della fragilità cognitiva) propongono una cura non farmacologica, a basso costo e soprattutto senza effetti collaterali: l’ossigeno-ozono terapia SIOOT. Quest’ultima rappresenta un’alternativa valida e non invasiva che, in maniera economica ed efficiente, potrebbe modulare i processi immunitari, infiammatori, ossidanti, metabolici, endocrini, microbiotici e rigenerativi compromessi nella fragilità cognitiva.
"I benefici dell’ozono- spiega Antonio Carlo Galoforo, membro del direttivo SIOOT- si riscontrano soprattutto in relazione all’attivazione del sistema immunitario, a una migliore risposta dell’organismo alle infezioni, alla sovra regolazione dell’attività enzimatica antiossidante cellulare, al miglioramento del rilascio dei fattori di crescita piastrinici e della circolazione sanguigna, con una conseguente maggiore ossigenazione dei tessuti e a un incremento dei processi metabolici". La strada da fare è ancora lunga ma “gli ottimi risultati ottenuti da questo studio possono portare ad altre ricerche sul tema delle malattie neurodegenerative – conclude Galoforo – le potenzialità dell’ossigeno-ozono sono ampie ed è necessario avvalersene sia come terapia che come strumento di prevenzione per migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
(Fonte: tratto dall'articolo)