Fra due o tre anni i dipendenti della pubblica amministrazione (escluse Forze Armate per le caratteristiche peculiari di carriera e pensionamenti) con più di 60 anni rappresenteranno il 33,5%, mentre quelli sopra i 65 anni saranno il 10% del totale. Bisogna quindi pensare alle difficoltà che si incontreranno per la trasformazione verso il digitale, ma anche per la questione delle motivazioni personali e la capacità di cambiare procedure e abitudini maturate in decenni. Anche se l’invecchiamento della Pa apre, per i prossimi 4 anni, ad una maxi-staffetta generazionale con 500mila nuovi ingressi, che va comunque disciplinato dlle regole del turn over. Proprio questo fenomeno, che ora si sta attenuando consentendo nuovi ingressi, ha di fatto impedito ad una generazione, bloccata dagli anni dell’emergenza di finanza pubblica, di accedere e sostituire chi andava in pensione. Sono previste inoltre più di 50mila stabilizzazioni previste dal piano triennale straordinario della riforma Madia che dovranno assorbire il precariato “storico” usato per tamponare (o aggirare) lo stop alle assunzioni.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)