I robot della tipologia definita «umanoide» hanno un futuro riguardo al passato inteso come popolazione anziana. Il business nel settore della cura e dell’assistenza ai senior è strettamente legato alla crescente longevità, frutto dell’aumento generalizzato della qualità della vita.
Nel 2015, l’azienda spagnola Pal Robotics era a Milano a promuovere la quinta edizione del Festivalfuturo e faceva girare per la città il robot Reem a proporre ai passanti di farsi un selfie con lui o di bere uno spritz insieme. Finì in prima pagina sul Corriere della sera del 4 novembre 2017.
Proprio in Spagna (Estremadura) e in Italia parte in questi giorni la fase di test di MoveCare, nell'ambito del programma Horizon 2020, che vede l'Università degli Studi di Milano capofila di un consorzio di 14 enti. Grazie a questo progetto dei robot 'amici' degli anziani entreranno nelle case di riposo e nelle abitazioni di chi vive solo, per migliorarne la qualità di vita e rallentarne il declino psico-fisico con l'aiuto dell'intelligenza artificiale e dell'Internet delle cose. Un gruppo di anziani italiani e spagnoli riceverà in dotazione un kit di sensori per l'Internet delle cose, degli oggetti intelligenti (come una palla anti-stress e dei plantari sensorizzati), un tablet e l'accesso a un activity center connesso alla televisione per le attività sociali e cognitive, una piattaforma digitale di esercizi da svolgere mediante giochi e dei microfoni per riconoscere senza errori le richieste di aiuto. Dati sulla persona, sulle abitudini domestiche, le abilità cognitive e la funzionalità motoria, verranno raccolti con dei sensori e oggetti smart e immagazzinati in cloud.
Sempre in Italia, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna (Pi) sta realizzando un progetto nel settore della robotica 'collaborativa' che nasce per sviluppare, integrare e testare robot assistenziali in grado di migliorare la qualità della vita e l’indipendenza delle persone, sia nelle residenze sanitarie che nelle abitazioni private. Grazie al progetto e alla relazione tra robot e cloud, saranno sviluppati servizi di monitoraggio notturno con sensori ambientali, stimolazioni cognitive e monitoraggi psicofisici.
Inoltre, gli esoscheletri sono ormai utilizzati in molte strutture ospedaliere di eccellenza del nostro Paese per facilitare la riabilitazione post-ictus e infarto ma anche per agevolare la mobilità di chi è affetto da patologie neurologiche come il Parkinson. Attualmente, gli esoscheletri non possono essere indossati fuori dai centri riabilitativi, per il rischio di incidenti e perché mancano le autorizzazioni legali. Sono comunque facili da usare: funzionano con sensori e tramite l’oscillazione del peso si dà il comando per avanzare con il piede opposto. Il Giappone è leader del settore con gli esoscheletri «light» di supporto agli anziani. Le ultime novità che vengono dal Paese del Sol Levante sono la coda robotizzata (soprannominata Arque), in grado di tenere i senior in posizione verticale, sperimentata da un team di ricerca dell’Università di Keio (Tokyo), e i cuccioli di foca della Groenlandia “robotizzati” che vivono ormai come animali da compagnia in molte abitazioni di anziani giapponesi e in alcune case di riposo nipponiche.
C’è poi il dottore-robot specializzato in ortopedia, neurologia, geriatria e medicina dello sport (Hunova ), presentato a giugno al "Silver economy forum" di Genova, che è in grado di applicare il primo test al mondo clinicamente testato (silver index) capace di predire se un anziano è a rischio cadute e prescrivergli un piano di allenamento o riabilitazione personalizzato. Insomma, i campi di applicazione sono notevoli ed esistono naturalmente esperienze significative anche fuori dai confini europei.
Una startup israeliana, specializzata nella realizzazione di software di Intelligenza Artificiale, ha appena creato un robot (ElliQ) che nasce con lo scopo di aiutare gli anziani. Li spinge ad attivarsi, li forma all’uso corretto delle nuove tecnologie, ricorda loro di prendere le medicine ma sa anche riconoscere la voce del proprio padrone, gli propone news in base ai temi che preferisce, lo mette in contatto con amici e parenti attraverso videochat, social network e giochi online. Una specie di assistente virtuale alla senilità. Oltre a Usa, Cina e Giappone che fanno da capofila allo sviluppo di queste nuove tecnologie c’è anche la Thailandia che ha avviato una produzione di massa di robot per anziani. La CT Asia Robotics, una delle poche realtà di robotica nell’Asia sudorientale, fondata nel 2009 a Bangkok, è partita con la produzione di un robot progettato per aiutare le persone anziane (si chiama Dinsow) e il suo mercato è fiorente in Thailandia ma anche nei Paesi limitrofi.