Il tumore del collo dell'utero tra i 40 e i 50 anni rappresenta il 4% di tutti i casi di tumore e la quinta neoplasia più frequente: per le donne di quest’età. Dopo i 50 i casi si riducono drasticamente, tuttavia, uno studio statunitense pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine invita a riflettere sull’opportunità di sottoporsi allo screening per l’Hpv (il virus a trasmissione sessuale responsabile della patologia) per le donne che hanno più di 65 anni, e anche fino agli 85 nei casi in cui ci fosse bisogno. I dati dei ricercatori mostrano che il 20% dei casi di tumore del collo dell’utero e un terzo dei decessi riguarda donne ultrasessantacinquenni (dati USA, 2013). Insomma, farebbe bene a sottoporsi a screening oltre l’età stabilita dai programmi di prevenzione. Se fare o no i test oltre questa età dipende dalla storia personale della paziente: se i Pap test sono stati fatti con regolarità e sono sempre stati negativi, si può smettere. Se invece all’anamnesi c’è una positività o se si sono saltati dei controlli periodici negli ultimi anni, sottoporsi al test dopo i 65 canonici ha senso.
(Fonte: tratto dall'articolo)