Insieme ai disturbi della sfera motoria la malattia di Parkinson comporta problemi di carattere emotivo: depressione, senso di inadeguatezza, disturbi ossessivo compulsivi. Una ricerca italiana condotta da clinici, ricercatori e attori su 24 pazienti affetti da Parkinson moderato, ha fatto seguire a una metà attività in teatro, con una sessione giornaliera di tre ore una volta a settimana, mentre l’altra metà era impegnata nella fisioterapia. Ai pazienti coinvolti nel laboratorio teatrale si richiedeva di lavorare sull’interpretazione e la rappresentazione degli stati emotivi. Confrontando i dati dei pazienti prima e dopo l’esperienza teatrale, i ricercatori hanno osservato miglioramenti importanti nelle sfere affettiva ed emotiva (depressione, apatia, stigma, benessere emotivo), assenti nel gruppo di controllo. I pazienti impegnati nel teatro hanno sperimentato miglioramenti anche nella qualità del sonno, nella velocità di lettura e nella capacità di comunicare. Altre attività come la danza o le arti marziali migliorano la postura, l'equilibrio e diminuiscono la frequenza della cadute, ma non hanno influenza sul piano emotivo. La musicoterpia induce effetti benefici sul piano affettivo che si sono però dimostrati temporanei. L'attività teatrale, grazie alla gestione delle emozioni che comporta, trasportate anche inconsapevolmente nella vita ordinaria, appare essere la forma di arteterapia che più delle altre consente di riguadagnare fiducia in se stessi e aumentare l'autostima.
(Sintesi redatta da: Rondini Laura)