Le persone con malattia di Parkinson assumono col cibo una quantità di calorie significativamente maggiore rispetto alle persone sane, nonostante abbiano minore peso, minore indice di massa corporea e uno stile di vita più sedentario. È quanto emerge dai dati preliminari di uno studio condotto dal Centro Parkinson-ICP di Milano, diretto da Gianni Pezzoli, che possono servire a ottimizzare la dieta in relazione all’assunzione di Levodopa. In questi pazienti si osserva una prevalenza di stipsi del 47% rispetto al 7% dei controlli sulle persone sane e un’idratazione inferiore. “Dieta con controllato apporto proteico e regolarizzazione dell’alvo sono due punti chiave nell’ottimizzazione della cura con Levodopa – dice Michela Barichella, responsabile di Dietetica e Nutrizione Clinica al Centro Parkinson di Milano - È infatti la prima volta che si trova una correlazione tra quantità di farmaco utilizzata, stipsi e le proteine introdotte. Bisogna consigliare di non superare 0,8g di proteine/kg peso ideale e di bere 2 litri di acqua al giorno. Questi obiettivi diventano un punto cardine nel trattamento dietologico della patologia”.
(Fonte: tratto dall'articolo)