Un nuovo test effettuato sugli occhi, economico e non invasivo, potrebbe aiutare i medici a diagnosticare il morbo di Parkinson prima dell’insorgenza dei sintomi che compaiono, nella maggioranza dei casi, quando le cellule del cervello sono state ormai danneggiate. I ricercatori dell’University College London hanno studiato in laboratorio topi affetti da un modello della malattia alla ricerca di segnali della sua presenza, in particolare nella retina. Tramite l’utilizzo di tecniche di imaging molto avanzate gli scienziati si sono accorti che c’erano dei cambiamenti osservabili: la presenza di strati meno sottili al'interno della retina. Questo prima ancora dello sviluppo dei sintomi veri e propri: tremori, rigidezza muscolare e rallentamento dei movimenti. “Si tratta di una scoperta potenzialmente rivoluzionaria nella diagnosi e nel trattamento di una delle patologie più debilitanti,” ha spiegato Francesca Cordeiro, autrice principale dello studio, alla BBC News.
(Sintesi redatta da: Marcello Mamini)