Gli scienziati di Cambridge hanno ripreso un metodo che era stato messo a punto negli anni '90, ma era stato abbandonato, per un errore di calcolo sui tempi, prima di vederne gli eventuali effetti positivi.
Una nuova frontiera potrebbe aprirsi nella cura del Morbo di Parkinson con la iniezione di cellule cerebrali fetali nel cervello. L'ipotesi scientifica era già stata sperimentata da scienziati svedesi negli anni '90 e poi abbandonata a causa della mancanza di risultati a due anni dalla sperimentazione. Ora gli scienziati dell'Università di Cambridge vogliono verificare se, grazie a questo trattamento, un malato possa arrivare al recupero del pieno controllo dei suoi movimenti entro un periodo di tempo di circa cinque anni. L'ipotesi formulata è che le cellule fetali abbiano bisogno di più tempo per depositarsi e stabilire un collegamento con le cellule cerebrali del malato. Nei precedenti test degli scienziati svedesi i miglioramenti nei pazienti si registrarono dopo tre anni ma a quel punto il protocollo di ricerca era già stato interrotto. Il paziente che si è sottoposto alla sperimentazione ha ricevuto il trattamento solo per una metà del cervello a causa della mancanza della quantità di cellule necessarie a completare le infusioni. Queste cellule infatti sono disponibili solo a seguito di donazione da parte di donne al termine della gravidanza e questo rende difficile programmare i trattamenti necessari considerato che occorrono le cellule di almeno sei feti per l'intero cervello.
(Sintesi redatta da: Laura Rondini)