E' con lo stratagemma che il virus della rabbia usa nel cervello umano che in futuro si potrà curare il Parkinson. E' questa la scoperta a cui sono arrivati alcuni ricercatori cinesi in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Acs Nano. Per raggiungere il suo obiettivo, infatti, questo virus "inganna" il sistema nervoso e attraversa la barriera emato-encefalica grazie alla glicoproteina 29 (una sorta di 'ariete' che permette di far entrare il virus con facilità). Del Parkinson si sa che porta a un accumulo di ferro nei neuroni e che questo causa una morte delle cellule. Gli studiosi stanno ora analizzando il ruolo della deferoxamina per ridurre l'eccesso di ferro nei pazienti, ma sono necessarie alte dosi a causa della limitata capacità del farmaco di entrare direttamente nel cervello. Ecco che allora i ricercatori cinesi hanno approfittato di quello che è un 'ariete della rabbia': sono riusciti ad attaccare la glicoproteina 29 a una nanoparticella piena di deferoxamina e le hanno iniettate nei topi. L'effetto di questa loro sperimentazione è stato positivo: i livelli di ferro si sono ridotti invertendo il danno cerebrale.
(Fonte: tratto dall'articolo)