"Sono strumenti simili ai pacemaker cardiaci, ma con elettrodi millimetrici posizionati nelle aree profonde del cervello - spiega Alessandro Della Puppa direttore della neurochirurgia dell'Aou Careggi - che emettono impulsi elettrici in grado di contrastare i segnali alterati dal Parkinson, responsabili di tremori, rallentamento e movimenti involontari".
Il neuro-pacemaker di nuova generazione è stato impiantato dal neurochirurgo Guido Pecchioli nel primo paziente in Toscana e fra i primi al mondo ed è «in grado di leggere le alterazioni elettriche del cervello e di adattare gli impulsi in base ai dati dell'attività neuronale, consentendo una maggiore accuratezza ed efficacia della stimolazione».
«Siamo in grado - spiega Silvia Ramat - responsabile della Parkinson Unit di Careggi (Firenze), di registrare in continuo, anche nella vita quotidiana dei pazienti, segnali provenienti direttamente dalle aree profonde del cervello, acquisendo dati preziosi per la modulazione della neuro-stimolazione, in modo da fornire una terapia personalizzata per ogni singolo paziente».
(Fonte: tratto dall'articolo)