Identificare precocemente la malattia di Parkinson è importante perché quando i primi sintomi si presentano quasi il 70% dei neuroni dopaminergici, bersaglio elettivo della malattia, è compromesso. Uno dei sintomi utili a prevedere la malattia di Parkinson con largo anticipo è la micrografia segnalata dal neurologo francese Jean Martin Charcot: il paziente inizia a scrivere con caratteri sempre più minuti.
L’80% dei pazienti presenta il cosiddetto Rbd, acronimo di Rem sleep behavior disorder, cioè disturbo del comportamento nel sonno Rem, quello in cui si sogna. Colpisce soprattutto maschi fra 40 e 70 anni. Secondo vari studi dal 25 all’80% di chi presenta Rbd si ammalerà di Parkinson entro 5-15 anni e ciò rende tale sintomo un importante predittore di malattia. Sempre nel sonno può comparire anche il campanello d’allarme della cosiddetta Rls, acronimo di Restless legs syndrome cioè "Sindrome delle gambe senza riposo" che provoca movimenti incontrollati delle gambe e che si presenta fino a 4-5 anni prima.
Un altro sintomo è rappresentato dai disturbi dell’olfatto, che si presentano in circa la metà dei casi fino a quattro anni prima delle manifestazioni cliniche più tipiche della condizione. Nel 29% dei casi c’è anche riduzione del gusto, in parte legata all’eccesso di salivazione, la cosiddetta scialorrea parkinsoniana.
Oltre metà dei pazienti è colpito da stipsi ostinata, un sintomo che può precedere tutti gli altri perché la disfunzione della flora intestinale porta alla trasformazione della proteina sinucleina in alfa-sinucleina e che è ormai considerata il marker d’eccellenza della malattia di Parkinson, tant’è che proprio contro di essa si stanno studiando anticorpi monoclonali con cui ottenere una sorta di "vaccino" anti-Parkinson.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)